Quanto costa la psicoterapia? Esistono tariffari prestabiliti? Esistono massimali tariffari? Come vengono stabilite (e da chi) le tariffe della psicoterapia nel “privato”?
Difficile farsene un’idea se non si chiede direttamente al professionista da cui desidereremmo svolgere una psicoterapia. Si, perché il ventaglio delle tariffe può essere assai vario ed apparentemente poco allineato rispetto le aspettative e/o le possibilità del paziente.
Tanto per cominciare si possono trovare riferimenti utili in rete: L’art. 9 del D.L. n. 1/2012 (così come convertito dalla Legge n. 27/2012) ha abolito “le tariffe delle professioni regolamentate nel sistema ordinistico” che, dunque, devono ritenersi abrogate a far data dal 24 gennaio 2012. Alcuni Ordini Regionali lasciano però a disposizione dei cittadini i tariffari previgenti, come si può vedere ad esempio dal sito dell’Ordine Psicologi della Emilia Romagna dove, a questo indirizzo web:(https://www.ordpsicologier.it/public/genpags/bigs/TARIFFARIO_new_1.pdf) troviamo il Testo Unico della Tariffa Professionale degli Psicologi. Certo, qui troviamo i “margini estremi” (consigliati) di questo vasto range dove spesso la tendenza è quella di aspettarsi che il “professionista di turno” sia allineato con la “tariffa minima” proposta da questo documento. Sulla base di queste aspettative può però capitare di rimanere delusi e talvolta mi è capitato di incontrare persone che ritenevano che gli onorari di molti Psicoterapeuti fossero eccessivamente alti. Di conseguenza, tendevano a rivolgersi a quei colleghi che proponevano le stesse prestazioni a costi più bassi, talvolta “estremamente più bassi”.
Come sottolineato poc’anzi, attualmente in Italia la legge ha liberalizzato le tariffe, eliminando minimi e massimi, lasciando quindi libero ogni Psicoterapeuta di applicare le tariffe che più desidera. Alcuni professionisti di conseguenza, per “battere” economicamente la concorrenza, chiedono compensi molto bassi per “invogliare” un maggior numero di pazienti. Fin qui tutto torna: libero mercato, libera concorrenza e quindi “libere tariffe”. Provando però a ragionarci meglio si può scoprire che, in realtà è molto difficile e piuttosto raro che il paziente possa ottenere la stessa qualità di prestazione ad un prezzo estremamente più basso, perchè è impossibile che il professionista (se è veramente tale) possa mantenersi con tali cifre. Proviamo a capire assieme il perché.
Cominciamo dal principio sottolineando che la formazione di uno Psicologo-Psicoterapeuta è durata almeno 10 anni:
– 5 anni di università (Psicologia);
– 1 anno di tirocinio professionalizzante post laurea (NON retribuito);
– 4 anni di Specializzazione in Psicoterapia (pagata da lui, non stipendiata come quella dei medici, ed in scuole con costi tra i 4,000 e i 6,000 euro all’anno se non di più, esclusi i libri);
– durante la specializzazione in Psicoterapia, un altro tirocinio gratuito per tutti e quattro gli anni (per complessive 1000 ore circa);
– psicoterapia / analisi personale, non compresa nella rata della scuola di specializzazione e anche questa pagata da lui (e, chiaramente, non a prezzo scontato). Sembra incredibile , ma è proprio così!
In secondo luogo, è bene chiarire che il lavoro dello psicoterapeuta, non si limita soltanto ai 50 o 60 minuti settimanali a contatto con il paziente, ma spesso comporta altro tempo (e denaro) impiegati in:
– tempo da dedicare a riflessioni personali e studio sui singoli casi clinici, compresi ulteriori approfondimenti teorici;
– supervisioni (a pagamento), ovvero valutazioni da parte di altri professionisti più esperti, che aiutano ad orientare il terapeuta nel percorso di terapia con il paziente;
– analisi personale del terapeuta (a pagamento): solo uno psicologo che ha superato i suoi blocchi e le sue difficoltà è veramente in grado di aiutare i suoi pazienti a fare la stessa cosa;
– tempo dedicato a comunicazioni al di fuori della seduta: generalmente, è buona norma non sentire telefonicamente i pazienti al di fuori dell’incontro settimanale. Alcune volte, però, questo non accade e ci si trova a dover rispondere a chiamate o messaggi in più momenti della giornata.
Oltre quanto sopra riferito, la formazione di uno Psicoterapeuta dove essere continua (vedi obbligo ECM/ECS), non solo perché i disturbi psicologici sono in continua evoluzione e cambiamento (pensiamo ad esempio alle nuove dipendenze: internet, shopping compulsivo, videogiochi, social network…), ma soprattutto per il fatto che gli studi e le ricerche in ambito psicologico clinico si aggiornano continuamente e di conseguenza si evolvono le tecniche di intervento per i relativi disturbi. Lo Psicoterapeuta che non frequenta continuamente corsi e aggiornamenti, anche questi a sue spese chiaramente, non sarà in grado di fornire un intervento efficace.
Non ultimo, l’obbligo di tali aggiornamenti (ECM/ECS), fino a ieri relegato ai soli dipendenti del SSN, è dal 2019 obbligatorio per tutti gli psicologi operanti in ambito sanitario. Vedi chiarimento Ordine Psicologi Nazionale (http://www.psy.it/laggiornamento-obbligatorio-degli-psicologi.html).
Quindi, tra le attività di aggiornamento dello Psicoterapeuta troviamo:
– seminari e corsi di aggiornamento;
– convegni;
– master;
– webinar;
– lettura di testi clinici ed articoli;
– occasioni di confronto con colleghi e associazionismo.
Le attività sopra elencate sono le più comuni tra le modalità che consentono ad un professionista di fare in modo adeguato il proprio lavoro, permettendo al paziente di fruire di risultati soddisfacenti e duraturi nel tempo.
A tutto ciò vanno infine aggiunte tutte le “normali spese di gestione” degli spazi (studio, ambulatorio, ecc.) come affitti e bollette, ma anche spese obbligatorie per legge come le quote annuali di iscrizione all’Albo degli psicologi per poter esercitare la professione oltre alle assicurazioni professionali, sempre obbligatorie.
Ecco perchè, se la seduta di 60 minuti costa poco, è facile che non comprenda tutti questi impegni e costi aggiuntivi che il “professionista serio” è tenuto a mantenere e rispettare al fine di “lavorare bene”.
Quando il terapeuta non è preparato e aggiornato, svolge una funzione simile a quella di “un amico con cui parlare” o del “prete confessore”, ed ecco perché varie persone, dopo aver fatto consulenze con psicologi, continuano a sostenere questa opinione.
Il paziente, però, non è consapevole di tutte queste cose e pensa che la psicoterapia consista proprio in quello e, qualche volta (poche volte), si dice perfino soddisfatto del “sostegno” che riceve.
In realtà, la vera psicoterapia non consiste in una persona che ascolta e compiace il paziente dicendogli ciò che desidera sentirsi dire o semplicemente lo incoraggia ma è ben altro: lo aiuta a conoscersi e capirsi, a capire come funziona e perché funziona in quel modo, cosa gli sta succedendo, perché reagisce in determinati modi; lo aiuta a mettersi in discussione, a vedere cosa c’è che può modificare per ottenere relazioni soddisfacenti ed auto-realizzarsi. Tutto ciò si ottiene solo con molta fatica perché quello della psicoterapia è un percorso impegnativo.
Guardarsi dentro, mettersi in discussione, non è mai semplice, ma se fatto professionalmente ci consente di cambiare e di capire chi siamo realmente, senza mentire a noi stessi e a diventare “più veri e più solidi”.
Alberto Mazzotti
articolo tratto e adattato dall’originale
della collega Dott.ssa Calvio Costanza, www.psicologiaperugia.it
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