
Psicoanalisi: teoria dell’inconscio e prassi psicoterapeutica
La psicoanalisi (da psico-, psiche, anima, più comunemente “mente”, e -analisi: analisi della mente) è la teoria dell’inconscio dell’animo umano su cui si fondano una prassi e una disciplina psicoterapeutiche, che ha preso l’avvio dal lavoro di Sigmund Freud.
La psicoanalisi come teoria dell’inconscio
Innanzitutto essa è una teoria dell’inconscio. Nell’indagine dell’attività mentale umana si rivolge soprattutto a quei fenomeni psichici che risiedono al di fuori della sfera della coscienza.
Viene perciò implementato il concetto di inconscio, introdotto nella riflessione teoretica già da Cartesio, Locke e Leibniz, e che Freud rielaborò da un punto di vista descrittivo e topico sulla base delle sue esperienze con Jean-Martin Charcot.
La psicoanalisi come prassi psicoterapeutica
In secondo luogo la psicoanalisi è una prassi psicoterapeutica. Nello specifico, come cura dei disturbi mentali e, all’origine, come cura dell’isteria e successivamente dei fenomeni psicopatologici chiamati nevrosi.
In seguito, il suo uso è stato esteso allo studio e trattamento di altri tipi di psicopatologie.
Influenza culturale della psicoanalisi
A livello culturale più generale, l’influenza della psicoanalisi ha influenzato anche la filosofia e le scienze sociali.
Statuto epistemologico e sviluppi scientifici
Lo statuto epistemologico della psicoanalisi è stato variamente criticato e lungamente dibattuto, anche in parallelo alle sue diverse evoluzioni teoriche e metodologiche.
Mentre in un primo tempo le osservazioni Popperiane sulla sua scarsa falsificabilità avevano portato ad una visione piuttosto critica del suo status epistemico, a partire dagli anni ’80 e ’90 del XX secolo si è verificata un’evoluzione significativa.
La maggiore attenzione che ha iniziato ad essere rivolta alla verifica empirica dei suoi risultati clinici, all’integrazione della modellistica teorica psicoanalitica con altre linee di ricerca psicologica e psichiatrica, e agli spunti integrativi con le neuroscienze hanno portato ad una visione più articolata ed in forte evoluzione del suo statuto scientifico, nel contesto dei più ampi studi psicodinamici.
Migliorare la qualità della vita è una prospettiva auspicabile a tutti!
Capire quando è il momento di chiedere aiuto è il primo passo verso il benessere psicologico.
Se ti riconosci in alcuni di questi segnali, potrebbe essere utile rivolgersi a uno psicologo per affrontare insieme le difficoltà e ritrovare equilibrio e serenità.
1. Sintomi emotivi intensi e persistenti
- Sensazioni di tristezza, vuoto o disperazione che durano per settimane.
- Ansia eccessiva, preoccupazioni costanti o attacchi di panico.
- Irritabilità, rabbia immotivata o sbalzi d’umore frequenti.
2. Difficoltà nella vita quotidiana
- Problemi di concentrazione, memoria o decisione, che influiscono sul lavoro o sullo studio.
- Perdita di interesse per attività che prima erano piacevoli (hobby, relazioni, ecc.).
- Sensazione di essere sopraffatti dalle responsabilità quotidiane.
3. Cambiamenti nel sonno e nell’alimentazione
- Insonnia, risvegli frequenti o, al contrario, eccessiva sonnolenza.
- Perdita di appetito o, al contrario, fame emotiva e abbuffate.
- Stanchezza cronica non giustificata da cause fisiche.
4. Isolamento sociale
- Tendenza a evitare amici, familiari o situazioni sociali.
- Sensazione di solitudine o di non essere compresi dagli altri.
- Difficoltà a mantenere relazioni significative.
5. Sintomi fisici senza cause mediche
- Mal di testa, dolori muscolari, problemi digestivi o altri disturbi fisici senza una spiegazione medica.
- Sensazione di costante stress o tensione fisica.
6. Pensieri negativi ricorrenti
- Autocritica eccessiva o sensazione di inadeguatezza.
- Pensieri catastrofici o difficoltà a vedere soluzioni ai problemi.
- Ideazioni legate alla morte o al suicidio (in questi casi, è fondamentale chiedere aiuto immediato).
7. Comportamenti autodistruttivi
- Abuso di alcol, droghe o altre sostanze per affrontare le difficoltà.
- Comportamenti rischiosi o impulsivi che mettono in pericolo se stessi o gli altri.
8. Sensazione di essere “bloccati”
- Sentirsi incapaci di uscire da una situazione difficile o di cambiare abitudini negative.
- Perdita di speranza nel futuro o sensazione di non avere vie d’uscita.
Quando rivolgersi a uno psicologo?
Se uno o più di questi segnali persistono nel tempo e interferiscono con la qualità della vita, potrebbe essere utile rivolgersi a un psicologo come il dottor Alberto Mazzotti a Forlì. Un professionista può aiutare a comprendere le cause del malessere, offrire strumenti per gestire ansia, depressione o stress, e accompagnare verso un percorso di benessere e crescita personale.
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